domenica 27 marzo 2011

domenica 20 marzo 2011

domenica 13 marzo 2011

Armonia

Non si può litigare sentendo: Johann Pachelbel Canone in re maggiore
impariamo ad ascoltare la musica classica che tranquillizza l'anima.

sabato 12 marzo 2011

Disordine

"... basta, non ne posso più! Da ieri ho la tua voce negli occhi! "
un bambino

domenica 6 marzo 2011

Inno d'Italia

Fratelli d'Italia,
l'Italia s'è desta,
dell'elmo di Scipio
s'è cinta la testa.
Dov'è la Vittoria?
Le porga la chioma,
che schiava di Roma
Iddio la creò.
Stringiamci a coorte,
siam pronti alla morte.
Siam pronti alla morte,
l'Italia chiamò.
Stringiamci a coorte,
siam pronti alla morte.
Siam pronti alla morte,
l'Italia chiamò, sì! 


Noi fummo da secoli
calpesti, derisi,
perché non siam popoli,
perché siam divisi.
Raccolgaci un'unica
bandiera, una speme:
di fonderci insieme
già l'ora suonò.
Stringiamci a coorte,
siam pronti alla morte.
Siam pronti alla morte,
l'Italia chiamò, sì! 


Uniamoci, uniamoci,
l'unione e l'amore
rivelano ai popoli
le vie del Signore.
Giuriamo far libero
il suolo natio:
uniti, per Dio,
chi vincer ci può?
Stringiamoci a coorte,
siam pronti alla morte.
Siam pronti alla morte,
l'Italia chiamò, sì! 

Dall'Alpe a Sicilia,
Dovunque è Legnano;
Ogn'uom di Ferruccio
Ha il core e la mano;
I bimbi d'Italia
Si chiaman Balilla;
Il suon d'ogni squilla
I Vespri suonò.
Stringiamci a coorte,
siam pronti alla morte.
Siam pronti alla morte,
l'Italia chiamò, sì!
 

Son giunchi che piegano
Le spade vendute;
Già l'Aquila d'Austria
Le penne ha perdute.
Il sangue d'Italia
E il sangue Polacco
Bevé col Cosacco,
Ma il cor le bruciò.
Stringiamci a coorte,
siam pronti alla morte.
Siam pronti alla morte,
l'Italia chiamò, sì!

Il testo è formato da 5 strofe di 8 versi, ognuna delle strofe è alternata da un ritornello di 3 versi. E’ un testo ricco di riferimenti storici, che ricordano le occasioni in cui l’Italia riuscì a sconfiggere il nemico invasore.
La prima strofa ricorda la vittoria di Scipione l’africano su Annibale.  L’Italia ormai pronta alla guerra contro l’Austria, si cinge la testa, in senso figurativo, con l’elmo dell’eroico generale romano Publio Cornelio Scipione, detto l’Africano che sconfisse il generale cartaginese Annibale nella famosa battaglia di Zama. Qui il poeta fa riferimento all’uso antico di tagliare le chiome alle schiave per distinguerle dalle donne libere che portavano i capelli lunghi. Dunque la vittoria deve porgere la chioma perchè le venga tagliata quale schiava di Roma, sempre vittoriosa. La corte indicata nel ritornello è intesa come unità da combattimento dell’esercito romano, decima parte di una legione.
La seconda strofa ricorda la millenaria storia di divisione politica dell’Italia a partire dalla caduta di Roma. Mameli sottolinea infatti che l’Italia all’epoca dei fatti,1848, era ancora divisa in tanti Stati.
Nella terza strofa, Mameli ripercorre nei secoli la storia contro il dominio straniero.
Anzitutto la battaglia di Legnano, in cui la lega Lombarda sconfisse Barbarossa (1176).
Poi, l’estrema difesa di Firenze da parte di Francesco Ferrucci contro l’imperatore Carlo V (1530).
Continua con il gesto eroico di Giambattista Perasso detto ” Balilla “, il ragazzo quattordicenne genovese che con il lancio di una pietra diede inizio alla rivolta popolare di Genova contro gli austriaci il 5 Dicembre del 1746.
Il verso ” il suon di ogni squillo ” significa campana. E’ la sera del 30 marzo 1282, tutte le campane chiamarono il popolo di Palermo all’insurrezione contro i francesi di Carlo D’Angiò nella battaglia dei Vespri Siciliani.
Nell’ultima strofa l’aquila è il simbolo degli Asburgo. L’Austria era in declino. Le spade vendute sono le truppe mercenarie deboli come giunchi. Insieme con la Russia ( il Cosacco ) l’Austria aveva smembrato la Polonia, che aveva subito l’aggressione austriaca come l’Italia. Ma il sangue dei due popoli oppressi si fa veleno che dilania il cuore della nera aquila d’Asburgo.

sabato 5 marzo 2011

Abbandoni

Voce di cane
Ti scrivo uomo, per ricordarti che molti di noi

vagano assetati ed affamati

con le zampe sanguinanti per il troppo cammino

che fanno alla ricerca di chi

li ha abbandonati.

Finché una macchina non li falcia

o qualche mano crudele non li cattura

Ti siamo amici da millenni.

Pronti a guidarti se i tuoi occhi non vedono.

A scavarti nella neve o nelle macerie se rimani sepolto.

A lottare ed a morire al posto del collega poliziotto

nella lotta contro la violenza.

A difendere la tua casa e le tue cose.

Capace di sciogliere i sentimenti

se il tuo cuore cade nell'aridità.

A colmare il vuoto della tua solitudine

ed a morire di dolore sulla tua tomba.

Fermati un attimo,uomo,

a riflettere sul male che fai anche a te stesso

attraverso il male che fai agli altri

e cerca di ravvederti,

prima che sia troppo tardi per tutti.

Se lo vorrai ci riuscirai.

Parola di cane (anonimo)

mercoledì 2 marzo 2011

Vizi capitali (Spudoratezza)

" A questo punto scopriamo che di intimo c'è rimasto solo il dolore, la malattia, la povertà che ciascuno di noi cerca di nascondere per non essere trascurato dagli altri.E così proprio ciò che avrebbe massimamente  bisogno di comunicazione, resta chiuso nel segreto della solitudine, dove nessuna voce giunge a diluire quel che la solitudine rende insopportabile. E poi ci si meraviglia del numero sempre più impressionante di suicidi, quando una voce inesperessa decide di tacere per sempre. Qui inquietante non è il siucidio, ma la nostra meraviglia". U. Galimberti  

martedì 1 marzo 2011

Infinite dolcezze

Cercasi dolcezze ad elevato contenuto zuccherino ^__^

E...

ho un pensiero che parla di te... sei la cosa più cara che ho... "

Appunti serali

Ormai mi sono abituata a gran parte degli eventi cittadini, nuove abitudini e sopratutto nuovi orari. Meglio, molto meglio così... Il prossimo sarà un fine settimana interessante se così non fosse vorrà dire che mi addormenterò sulla prima sedia che trovo!!
... ultimo appunto della sera: MA QUANTO è BELLA LA CANZONE DI V. ROSSI "E... "

Vizi capitali

" ... a questo punto il parlarci l'un l'altro è puro rumore che svolge a sua volta la funzione di mascherare l'afasia dell'anima."